Erano le 20:59 dela sera del 27 giugno 1980 quando l'aereo DC9 della compagnia Itavia in volo partito da Bologna ed atteso a Palermo , secondo i rapporti dei controllori di volo, scomparve .
La mattina dopo al largo dell'Isola di Ustica (un'Isola siciliana in provincia di Palermo) i soccorsi videro una vasta chiazza di carburante sul pelo dell'acqua del Mar Tirreno, detriti e i corpi delle vittime.
Sul volo partito dall'Aeroporto Guglielmo Marconi di Bologna, viaggiavano 81 persone (64 passeggeri adulti, 11 ragazzi tra i due e i dodici anni, due bambini di età inferiore ai 24 mesi e 4 uomini d’equipaggio), nessuno di loro è sopravvissuto alla tragedia.
La vicenda scosse l'opinione pubblica e tutta la popolazione italiana (e non solo). Esclusa la possibilità di una bomba a bordo, il 18 luglio 1980 venne ritrovata in Calabria la carcassa di un MIG-23
libico, che si ipotizzò essersi schiantato dopo essere stato colpito da due caccia il giorno della strage di Ustica.
In un terribile clima di "Guerra Fredda", attorno alla vicenda si creò una sorta di rete stretta e complessa da sbrogliare, un susseguirsi di dichiarazioni, ritrattazioni, sparizioni di documenti, atteggiamenti omertosi che lasciò l'Italia intera senza parole. Venne coniato addirittura il termine muro di gomma , per descrivere il comportamento delle istituzioni nei confronti delle ricostruzioni che attribuivano la causa del disastro aereo di Ustica ad un’azione militare.
Il 28 gennaio 2013 la Corte di Cassazione sentenziò che il DC-9 Itavia cadde non per un’esplosione interna, bensì a causa di un missile o di una collisione con un aereo militare , essendosi trovato nel mezzo di una vera e propria azione di guerra . Ma ciò che accadde è ancora un mistero.
Questa versione era stata confermata nel 2007 dall’ex-presidente della Repubblica Francesco Cossiga
, all’epoca della strage Presidente del Consiglio, affermò che il DC9 sarebbe stato abbattuto da un missile lanciato da un aereo francese decollato dalla portaerei Clemenceau.
Purtroppo lo sgomento ed il vuoto rimasti nei cuori di tanti, sono ancora più appesantiti da questa mancanza di chiarezza e di giustizia: ad oggi negli archivi dei ministeri italiani non vi è alcuna digitalizzazione dei documenti della Marina e dell’ Aviazione relativi alla vicenda, secretati all’epoca e desecretati solo di recente. Nessuno è in grado di dire dove sia la documentazione cartacea dal giugno 1980 in poi, utile a far luce sulle circostanze che causarono della strage.
Tra il 1987 e il 1991 il relitto del DC9 fu quasi interamente recuperato.
Attualmente si trovano a Bologna in Via di Saliceto, 3/22 dove ha sede il Museo per la Memoria di Ustica
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Il progetto è stato realizzato grazie alla determinazione dell’ Associazione dei Parenti delle Vittime della Strage di Ustica
presieduta da Daria Bonfietti
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Il museo ad ingresso gratuito
è visitabile dal giovedì alla domenica
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Info e contatti:
Telefono: 051 377680 (Museo)
E-mail: info@museomemoriaustica.it