Arriva da un giovane siciliano di Caltagirone l'idea di rappresentare il periodo storico dal 1938 al 1960 con l'utilizzo delle tecniche dei tradizionali presepi caltagironesi. L'estro creativo del giovane artista Giacomo Lombardo, ha dato vita ad un nuovo modo di raccontare le atrocità della guerra e la forza della rinascita del dopo guerra.
Ma perché proprio la Vespa ?
La scelta della Vespa ha un significato specifico, come racconta il giovane artista: “La vespa fu per la Piaggio il simbolo della riconversione dell’industria bellica, attraverso questo strumento l ’Azienda passò dal produrre armi a produrre un mezzo di trasporto, la vespa appunto, che diventò simbolo di pace, futuro, movimento e libertà
”.
La vespa scelta per la realizzazione del progetto è una vbb, le sue lamiere acquisiscono e si arricchiscono di significato. Lamiere che affondano le radici nel passato ma guardano al futuro e alla rinascita.
VESPA: COME VITA, VITTORIA, VALORI … CHE DOPO L’OBLIO DELLA RAGIONE, PERMETTE DI PENSARE AL FUTURO DELLA SOCIETA’ E DELL’UOMO.
L’idea è maturata e si è evoluta in circa due anni di ricerca, approfondimento e ascolto di testimonianze. Una Vespa che, attraverso le vicende storiche del suo stabilimento di produzione, diviene paradigma di vita, speranza per noi tutti. Un’opera in cui la vespa e la Piaggio diventano non solo supporto ma protagonisti e testimoni della storia. La chiave di lettura sta nel proporre, con forza e chiarezza, il messaggio di ri-nascita, che sarà possibile, quando ognuno di noi fa esperienza che la parola “fine” non esiste. Un domani, un futuro è sempre possibile. Tutto ri-nasce da un seme, da una goccia, dai piccoli di questo mondo che, apparentemente, non fanno notizia, ma nella realtà, sono il germe del nuovo…
TUTTO QUESTO SU DI UNA VESPA?
La sfida e la difficoltà stava nel condensare e comprimere un ventennio di storia in uno spazio esiguo. Intrecciare la storia della Piaggio con volti e personaggi di un periodo particolarmente buio per l’Italia. Per la realizzazione sono state usate le stesse tecniche dei presepi ottocenteschi di Caltagirone. Materiali semplici come il gesso, il sughero e la terracotta dei personaggi sono stati plasmati per integrarsi ed armonizzarsi su un supporto speciale, la Vespa. la carcassa di vbb è stata suddivisa in due longitudinalmente, una sola vespa ma due pagine di storia molto diverse tra loro.
La parte sinistra: 1938/43
Questa parte della scenografia vede la vespa trasformata nella carlinga di un bombardiere, il Piaggio P108. Su questo aereo viene rappresentata la follia della guerra, la negazione di tutti i diritti fino a privare e negare il diritto alla vita. La scena è volutamente dura, diretta e tristemente genuina. Nella parte alta si vedono i bunker degli italo-tedeschi, costruiti nel tentativo di fermare l’imminente avanzata degli Alleati. Si nota, poco più in basso, una casa nelle cui mura è ancora affisso il manifesto sulle leggi razziali. Nel muro si sovrappongono epigrafi fascisti e graffiti del periodo; scritte semplici, dalla grafia elementare, a volte sgrammaticate, segni di approvazione ma anche di sdegno. Una porta sfondata, un cane freddato sull’uscio, forse mentre tentava disperatamente di difendere la sua famiglia. Animale contro animali, dei soldati nazi-fascisti arrestano una famiglia di ebrei. Una famiglia spezzata dal dramma: la madre implora invano di liberare uno dei figli, mentre i due piccoli sono riusciti a scappare e trovare un rifugio sicuro nelle antiche tombe greche, scavate nelle colline poco fuori città.
La parte destra della vespa: 1944/60
La vespa mantiene la colorazione originale della vbb, viene rappresentata la ripresa post bellica che, ricevette un significativo contributo dall’invenzione della Vespa . Nella scena si osserva una casa distrutta e tanti bambini che veicoleranno il messaggio della rinascita. A due anni dai rastrellamenti, nella parte posteriore della vespa ritroviamo i due piccoli fratellini che avevano trovato rifugio nella grotta tornare increduli a riabbracciare il fratellino da poco liberato da uno dei campi di prigionia tedeschi.
Due alberi incorniciano la scena; uno di questi seppur bruciato e privo di chioma torna a vivere vestendosi dei colori della primavera, quasi come se la benevola natura volesse omaggiare il piccolo superstite. In alto un bimbo prova a cancellare il buio riempiendo di colori il mondo, disegnando una variopinta volta celeste e una sfavillante cometa che porta con se i colori dell’arcobaleno. Una bimba disegna un dolce angelo che ha le sembianze della mamma e che abbraccia teneramente. Sulla pedana si vedono i ruderi della fabbrica Piaggio bombardata e saccheggiata.
In questo scenario Corradino D’Ascanio acquisisce un ruolo tutto nuovo. Sarà il nonno di questi piccoli sopravvissuti, un nonno che dai suoi disegni creerà la prima vespa, una vespa giocattolo con cui allietare e risollevare le sorti degli orfanelli.
Quei bambini rappresentano lo stupore e la gioia che vengono dopo le barbarie, le deportazioni e i lager, ma anche l’espressione di gratitudine delle generazioni di vespisti che ancora oggi si emozionano nel vedere e guidare una vespa.