Da qualche giorno sul web impazza questo brano meraviglioso. Da Facebook a Whatsapp in moltissimi si stanno scambiando messaggi a riguardo.Abbiamo dunque deciso di trascriverlo per voi.
Dopo aver spiegato a tutti i nostri amici "stranieri" cosa si intenda con tiro
e rusco
, ecco le stravaganti unità di misura di Bologna
... buona lettura bolognesi (e non)!
NOI BOLOGNESI e quel dimondi che a noi piace tanto ❤️
Il bolognese non ama le unità di misure precise. Probabilmente perché, molto prima di Einstein, aveva intuito che tutto al mondo è relativo e per comprendersi più che i numeri servono intelligenza e buon senso.
Così, girando per i mercati, non sentiremo mai dire un etto e venti, o un chilo e cento ma un etto esblisga,un chilo e sblisga. Lo sblisga infatti è un’unità di misura indefinita eppure precisissima. E’ quel poco di più (o di meno) su cui nessuno obietterà mai nulla.
Se però quel poco di più è un po’ più dello sblisga ecco allora che si trasforma in un po’ d imondi . Se poi è ancora di più si arriva direttamente a dimondi e cioè molto (ma non necessariamente troppo). Dopo dimondi passando per il poco usato dimondi dimondi (che non è necessariamente il doppio) si arriva allo sbanderno . Quanto misura uno sbanderno? Inutile cercare di saperlo ma se a Bologna qualcuno dice sbanderno sia che si parli di mele, di persone o di soldi tutti capiscono che è una cosa grossa.
Ma se si vuole descrivere qualcosa di esagerato che superi il concetto di sbanderno , quando si arriva al massimo oltre al quale non si può andare ecco che anche i bolognesi si piegano alla forza dei numeri. O meglio di un numero. A Bologna infatti il massimo dei massimi si dice semplicemente del 32 . E del 32 va bene per tutto: un caldo del 32, un freddo del 32, un casino del 32, una puzza del 32, ecc. ecc.
Ciò che è stupefacente è che ho fatto una ricerca approfondita e nell’anno '32 di ogni secolo passato l’unica cosa straordinaria che è accaduta è stata una spolverata di neve nell’agosto del 1632. Insomma nessuna catastrofe, nessun evento che giustifichi tale modo di dire. Eppure quando un qualcosa è del 32 si può essere sicuri che non vi è nulla di più grande. Il perché resterà uno dei tanti misteri di questa strana città.
Naturalmente esistono molte altre unità di misura che vengono usate in ambiti specifici perché è bene ricordarlo: i bolognesi sono sì indefiniti ma oltremodo precisi. E così ecco il fracco (principalmente per le botte ma non solo), lo sbrozzo (usato più in generale) e la mòcia (per cose e persone).
Ma per far capire quanto tengano alla precisione i bolognesi ecco che si hanno unità di misura anche per un evento naturale come la pioggia. Se è molto intensa viene chiamata batedo o battello , se di breve durata e non particolarmente intensa invece squasso (e nel caso di una semplice spruzzata squassadino ).
E qui c’è una strana contraddizione perché se lo squasso è l’unità di misura minore per la pioggia è invece la massima unità di misura per la pratica onanistica maschile. Uno squasso di pugnette infatti è il numero massimo a cui può arrivare la resistenza manovellica maschile.
A che numero corrisponde? Questo è un altro mistero destinato a rimanere irrisolto.