Era la mattina del 13 giugno 1981 quando l'Italia intera venne sconvolta dalla triste vicenda del piccolo Alfredo Rampi .
Un senso di impotenza immenso invase la popolazione, poi la sconfitta, lo smarrimento e la speranza finita anch'essa, come Alfredino, in un pozzo artesiano
nella campagna di Vermicino
, una frazione di Frascati
a pochi passi da Roma
.
La sera del 10 giugno durante il rientro da una passeggiata scomparve il piccolo Alfredo Rampi di 6 anni. Scattò così l'allarme e non si ebbero notizie fino a quando un agente di Polizia non sentì un lamento provenire dal fondo di uno strettissimo pozzo artesiano .
Immediatamente cominciarono i complicatissimi tentativi di soccorso del bambino che si trovava a 36 metri di profondità in un'imboccatura di circa 30 centimetri.
Per tre giorni tutti si mobilitarono per la buona riuscita della vicenda: una folla immensa di migliaia di persone circondava Polizia, Vigili del Fuoco, speleologici del Soccorso Alpino, medici, ingegneri, nani, contorsionisti, volontari dalla corporatura minuta; presenziò anche il Presidente della Repubblica Sandro Pertini ed il tutto fu ripreso da una troupe del TG2 che realizzò la più lunga (e agghiacciante) diretta RAI a reti unificate.
Immediatamente venne pompato ossigeno all'interno del pozzo assieme ad una sonda ed ad un microfono per evitare l'asfissia del piccolo, per alimentarlo e per comunicare con lui.
Da quel momento in poi ogni tentativo purtroppo risultò vano, molti addirittura si rivelarono deleteri tanto da peggiorare irrimediabilmente la situazione: venne calata una tavoletta di legno che si incastrò nel foro, si provò invano con la calata nel pozzo di due speleologi, si decide di procedere con lo scavo di un pozzo parallelo nonostante la presenza di tufo durissimo. Questa decisione, oltre a rallentare notevolmente i soccorsi, si concluse con la trivella che creò vibrazioni tali da far scivolare Alfredo ancora più in profondità fino a 60 metri .
La sera del 12 giugno gli ultimi volontari scendono nel pozzo: il primo è Angelo Licheri
, arriva al bambino ma le fettucce fornite dagli speleologi scivolano, e dopo 45 minuti è costretto a ritornare in superficie esausto e ferito. Alle prime ore della mattina del 13 giugno scende Donato Caruso
; per due volte arriva a toccare Alfredo senza riuscire a imbragarlo. La seconda volta riemerge con la peggiore delle notizie: Alfredino era morto.
Oltre allo strazio ed alla tragedia, venne messa fortemente in discussione l'organizzazione dei soccorsi, giudicata piena di lacune e di improvvisazioni che vennero evidenziate dalla gravità dell'incidente.
Dopo i fatti di Vermicino nascerà la Protezione Civile , per volontà del Presidente Pertini (affidata all'ingegner Elveno Pastorelli , comandante dei Vigili del Fuoco che aveva partecipato ai soccorsi).
In seguito la madre del bimbo, Franca Rampi , fonderà a Roma Il Centro Alfredo Rampi , da più di 30 anni impegnato nella prevenzione e nella formazione dei cittadini al rischio ambientale.